11 Vie - Moltedo Montegrazie
Moltedo - Via Vittorio Emanuele
Durante lo sviluppo del nostro progetto ci siamo imbattuti spesso su itinerari nati dal sapiente lavoro collaborativo tra associazioni locali e amministrazioni pubbliche, e quello di cui vi parleremo oggi, è uno di questi.
Avevamo già sentito parlare di un grande anello di 38 km creato appositamente per collegare tra loro 11 ex comuni che nel 1923 diedero origine all'attuale Imperia. Ed così che nel 2021 il comune, con il prezioso contributo dell'associazione Monesi Young, ha creato l'itinerario "11 Antiche Vie", unendo di fatto Imperia Oneglia alla località Costa, Castelvecchio, Sant'Agata, Montegrazie, Moltedo, Caramagna, Torrazza, Poggi, Piani e Porto Maurizio, con una rete sentieristica d'eccezione.
Ovviamente, per quanto concerne il nostro spirito comunicativo, abbiamo deciso di suddividere questo lungo percorso in anelli più piccoli, soffermandoci su un paio di frazioni per volta poichè, nonostante siano piccole realtà, da raccontare c'è molto; scegliamo dunque di concederci un'escursione tra Moltedo e Montegrazie.
L’itinerario che decidiamo di iniziare dalla via centrale del paese, intitolata a Vittorio Emanuele, ci porta immediatamente a scoprirne le viuzze principali, molto caratteristiche e suggestive. Il segnavia che spesso incontreremo è quello giallo della nuova via, accostato a quello ufficiale della Rete Escursionistica Ligure ed il numero 280. Una delle peculiarità di Moltedo è sicuramente una delle 5 chiese sparse sul suo territorio, ovvero la parrocchiale di San Bernardo e la storia che vi gravita attorno. C'è da dire che Moltedo, in antichità, era spaccata in due e contesa prima da diverse contee (Prelà e Porto Maurizio) e poi ancora dai Savoia da una parte e dalla Repubblica di Genova dall'altra. Fú proprio nel corso del XVII che venne edificata l'imponente chiesa che ci si palesa davanti, molto probabilmente sulle rovine di un tempio pagano dedicato alla dea Mirtea Venere.
Una dea non scelta a caso, infatti questa località era ricca di mirti che, secondo il grande poeta latino Ovidio, servirono alla divinità per coprire le sue parti nude una volta giunta sulla spiaggia di Citera. Fu da allora che a questa pianta vennero attribuite proprietà di fecondità ed il significato di fedeltà e amore eterno.
Proprio di amore eterno parla la leggenda nella quale si narra che nel quadro "La Sacra Famiglia con Sant'Anna e Angelo", attribuito al pittore fiammingo Antoon Van Dyck, le sembianze della sua amata si celino nella figura della Vergine dipinta nel quadro.
Pare che Van Dyck si trovasse a Moltedo proprio per la facilità con la quale era potuto fuggire oltre i confini genovesi, nell'eventualità che il Marchese Antonio Giulio Brignole Sale volesse vendicarsi del tradimento con la moglie Paolina Adorno. Un amore, purtroppo impossibile, nato durante lo svolgimento dei suoi servizi presso i palazzi nobiliari genovesi di Via Garibaldi. Una ragione in più quindi di visitare, dopo la messa della Domenica, l'interno di questa magnifica chiesa.
Dalla piazza antistante l'edificio religioso, manteniamo la destra e ci avviamo in direzione sud su via della Chiesa prima e su via Umberto I poi.
Da qui una breve salita ci condurrà ad un poggetto incastonato tra numerosi ulivi, fiancheggiando il piccolo cimitero locale. La carrareccia si snoda con lieve pendenza fino ad incrociare i ruderi della chiesa sconsacrata di Sant'Andrea, ricordandoci il decorso della storia locale con l'avvento del tragico terremoto del 1887. Tornando indietro di pochi passi, imbocchiamo strada Scravae e proseguiamo nel cuore della macchia mediterranea, in direzione Vasia.
Abbandoniamo per un tratto la segnaletica convenzionale e percorriamo una bella strada bianca che, con alcuni tornanti, ci porta quasi a quota 400 mt slm.Per quasi tre chilometri di percorrenza non si devono segnalare particolarità, se non che la via risulta molto trafficata da contadini con le classiche APE Piaggio, utilizzate per raggiungere i numerosi orti e uliveti presenti lungo la strada. Superato un traliccio dell'alta tensione, manteniamo la nostra sinistra e proseguiamo diritti fino ad un bivio, dove l'indicazione "Chiesa di Sant'Anna" ci porta a compiere una deviazione esplorativa. L'edificio, di chiara impronta romanica, venne rimaneggiato nel Seicento, quando furono demolite le due cappelle laterali ed aggiunto il massiccio porticato a sedili con volta a crociera, caratteristica più evidente dell'intera struttura.Sulla facciata è presente un decoro intagliato raffigurante la Madonna e Sant'Anna con il Bimbo, risalente al 1493. Nella navata interna, in origine, era conservata "La Sacra Famiglia" di Van Dyck, che si narra esser stata dipinta utilizzando una rozza tela adoperata dai contadini locali per la raccolta delle olive. Espletata la deviazione, ritorniamo sui nostri passi fino a raggiungere la carrareccia battuta, e voltiamo a destra, dove a breve incroceremo l'asfaltata.
Optiamo per non continuare nel bosco per questo breve tratto per poter ammirare un panorama d'eccezione al blasonato Belvedere Sant'Anna, conosciuto anche con il nome di Passo di Vasia.
Una volta raggiunta la località ci troviamo su di un poggetto microscopico dal quale ci si apre davvero il cuore; tutta la costa e le montagne circostanti si fondono in un tutt'uno davvero emozionante alla vista.
Sarà solo dopo aver fatto il pieno di bellezza che ci rimetteremo in cammino andando a ricercare il sentiero di connessione con il prosequio dell'itinerario. Dopo una cinquantina di metri dal punto panoramico, alla nostra destra, si sviluppa il tratto di cresta che ci guiderà verso le pendici del monte Aquarone (733 mt slm).
Il leggero saliscendi che si sviluppa da qui in poi è davvero magnifico, dilungandosi tra piccoli pianori e verdeggianti pascoli, con vegetazione mista di arbusti e brughi. Ci raccomandiamo di seguire il percorso gpx pubblicato sul sito perché, ad un certo punto, priva di segnalazioni, vi è una piccola deviazione sulla destra che scende verso Montegrazie; al nostro passaggio, con erba bassa, la traccia è evidente ma, qualora le condizioni ambientali possano presentarsi differenti, vi è il rischio di non accorgersi del sentiero. Poco dopo aver svoltato si discende lungo il vallonetto, trovando poi destino su Via Don Luigi Orengo. Siamo in prossimità del centro storico di Montegrazie, un nucleo abitativo davvero caratteristico che si sviluppa su di un promontorio immerso tra il verde di ulivi secolari.
Tra gli stretti caruggetti che si diramano qua e la, emergono graziosi B&B caratteristici e alcuni agriturismi dove poter assaporare piatti della tradizione. Raggiungiamo così Via Brizio, per giungere al cospetto della parrocchiale barocca intitolata alla SS Annunziata ove è custodito un prezioso quadro di Carlo Braccesco del 1478. Proprio davanti alla chiesa vi è un balconcino panoramico che vi consigliamo di raggiungere e dal quale abbiamo scattato la foto qui sopra, rendendo la nostra prossima meta, protagonista.
Il borgo infatti ospita una delle più belle chiese tardo romaniche di tutto l'imperiese, ossia Il Santuario di Nostra Signora delle Grazie costruito nel 1450 accanto ad una cappella Trecentesca. Per mezzo dell'asfaltata, oltrepassando dei resti di acquedotto romanico, ci dirigiamo alla sommità del colle, dove un ulteriore panorama su Imperia ci riappaga di ogni fatica compiuta per arrivare sino a qui!
Il santuario di Nostra Signora delle Grazieè meta di un forte flusso di pellegrini che lo raggiungono ogni anno da ogni parte d'Italia. Venne edificato nel 1450 sulle basi di un’altra chiesa del periodo romanico, come del resto ne è testimonianza l'acquedotto.
La tradizione narra che la Madonna con il bimbo in braccio apparve ad una ragazza sordomuta e le chiese di costruire una chiesa. A miracolo avvenuto, fu proprio il padre della donna a farsi promotore dell’edificazione della chiesa. Al suo interno ci sono numerosi affreschi molto importanti risalenti agli ultimi decenni del quattrocento.
Più tardi, tra il 1524 al 1530, si unì nell'abbellimento del progetto anche il pittore Pietro Guido da Ranzo che ne dipinse sulla parete destra le “Storie della Passione”, coprendo alcuni affreschi precedenti.
Aggirato il sagrato facciamo menzione del fatto che, proprio a lato del sito, vi è l'agriturismo Al Santuario, pronto ad accogliere i suoi commensali con la cucina tipica del territorio. Ripercorrendo poi lo stesso tragitto dell'andata, a questo punto, dobbiamo ritornare nuovamente su Via Don Luigi Orengo fino ad incrociare il sentiero che taglia in verticale fasce coltive e orti, sviluppando il nuovo percorso sulla strada vicinale Cian di Sei che diverrà presto Via Cavour.
Questa strada risulta molto trafficata e stretta, siamo obbligati ad accostarci spesso al selciato per permettere alle auto di circolare agevolmente, prestate attenzione! Da qui ci si addentra tra la borgata di Case Soprane, dove si erge l'oratorio di Sant'Agostino e un mulino ad acqua seminascosto costruito sulle sponde del Rio Sant'Anna. Proseguendo su Via Vittorio Emanuele volgiamo alla conclusione di questo bellissimo anello, non prima di scambiare qualche parola con la signora Rosalba, forse una delle poche persone nate proprio qui a Moltedo, felice di vedere persone riscoprire la sua terra natia.
Route in Zahlen
h 3:45
Reise
11,70 Km
Streckendauer
450 mt
Höhenunterschied