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A caccia di Focaccia

Ecco a voi il primo trekking al mondo all'insegna del Fatness. 13 botteghe del pane mettono in pratica il prezioso sapere dell'arte bianca per farvi degustare vari tipi di focaccia e preparazioni differenti per amor dello street food più popolare della Liguria: a Fugàssa! (Anche GlutenFree, Veganok e Vegetarianok)

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Fugàssa Tour

Cari amici camalli, è con estremo piacere che vi presentiamo il nostro personale ed unico Fugàssa Tour - A Caccia di Focaccia, ovvero il modo perfetto per vivere Loano assaggiando uno degli street food liguri più conosciuti ed amati: la focaccia appunto!

Insieme al nostro spirito guida, e alla relativa mappa, potrete camminare tra i caruggi del centro storico alla scoperta delle piccole botteghe che vendono versioni differenti di questa assoluta tipicità.

Ma non solo in centro eh!

"A caccia di focaccia, l'originale Fugàssa Tour", ideato dalla nostra associazione culturale, offre un'esperienza per veri buongustai che desiderano scoprire un luogo attraverso le sue tradizioni culinarie!

Il nostro intento è proprio quello di rendere fruibile questo tour 365 giorni l'anno, garantendo un'esperienza unica e gustosa, dando modo al trekkinatore di potersi rapportare amichevolmente con i gestori dei forni per saperne di più sulla ricetta e sulle specialità della propria bottega. Assaggiare la focaccia preparata in diverse panetterie, con ingredienti simili e mai uguali, darà modo di affezionarsi ad un luogo piuttosto che ad un altro, offrendo l'occasione unica di imparare a scegliere qual'è la migliore focaccia loanese, secondo i propri gusti, ovviamente!

 

Le 13 panetterie aderenti al circuito sono riconoscibili per mezzo dell'adesivo "Fugàssa Tour - L’originale", tra le quali troverete anche quelle Gluten Free, Veganok e Vegetarianok.

 

Dovete però sapere che le origini di questa pietanza devono essere ricercate in un tempo ormai lontano dal nostro: già i fenici, i cartaginesi ed i greci, utilizzando farine di orzo, di segale e di miglio, cuocevano sul fuoco un prodotto molto simile a quello che conosciamo noi oggi. Ed è proprio dal latino “focus” che deriva l’etimologia focaccia. Nell’antica Roma le focacce erano considerate un cibo molto prelibato e per questo motivo venivano offerte agli dei, mentre in epoca rinascimentale, esse venivano consumate insieme al vino nei banchetti di nozze. Tenete a mente questo abbinamento. Da sempre la focaccia mette d’accordo viaggiatori e pescatori, pensate che intorno all’anno mille, a Genova, durante i lunghi tempi d’attesa che i fornai dovevano affrontare nelle notti di lavoro, si era soliti ingannare il tempo infornando sulla base del forno pezzi di pasta non lievitata, che una volta cotti, venivano mangiati in compagnia di ortaggi, salumi o formaggi.

Sarà proprio durante il Medioevo che il successo della focaccia raggiunse una diffusione capillare; addirittura un decreto legge dell’epoca venne emanato a tutela del prodotto stesso, vietando l’utilizzo di salse e condimenti nocivi per la salute.

Sarà poi il vescovo di Genova, Matteo Gambaro, che nel Cinquecento ne proibì il consumo in chiesa durante le funzioni. Pare infatti che durante i matrimoni gli sposi offrissero focaccia agli invitati in segno di ringraziamento, rendendo il continuo masticare dei presenti assai fastidioso andando a coprire la celebrazione della funzione.

Furono gli immediati secoli successivi al Seicento che consacrarono definitivamente il successo della focaccia, tra quotidianità e piccoli gesti.

La zona portuale di Genova fu la prima parte della città a riempirsi di “sciamadde“, dal dialetto genovese fiammata, e di botteghe di fornai. Il basso costo di produzione e la resa del prodotto finito resero la focaccia un cibo semplice e poco costoso per vincere la fame.

La storia più recente la vede diventare colazione dei portuali (Fugàssa e vìn giànco), dei camalli in particolare, e poi ancora alimento da passeggio, una sorta di primo vero street food della storia.

Ma come si mangia la Fugàssa?

Sembra una banalità ma il modo corretto per gustarla è prendendo il tassello, il triangolo o la slerfa rivolgendo la superficie unta e dorata verso il basso, in modo che incontri per prima le papille gustative.

Quindi al contrario di come l’avete sempre mangiata, vero??

Le Fugàsse

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