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h 1:30

Reisezeit

4,00 Km

Pfadlänge

150 mt

Höhenunterschied

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In un nostro precedente giro nell'entroterra di Finale Ligure, avevamo
posticipato la visita ad uno dei luoghi più suggestivi e magici del comprensorio, la
Grotta Dell'Edera, paradiso in terra per gli appassionati di arrampicata.
La nostra marcia inizia su strada asfaltata, dopo aver posteggiato l'auto nei
pressi della chiesa di Sant'Eusebio di Perti alto.
Oltrepassata anche la Chiesa dei 5 Campanili che domina la vallata, ci
apprestiamo, sempre su asfaltata, a raggiungere un agglomerato di case in
località Valle.
Fiancheggiamo una chiesetta sconsacrata intitolata a San Benedetto (1),
probabilmente di epoca romana per proseguire per circa 500 metri, fino alle
case sopra menzionate, situate nell'omonima contrada.
Da qui abbandoniamo l’asfaltata, il sentiero diventa sterrato e si inerpica in
salita attraverso un bosco di lecci, per dirigerci ai piedi del Monte Sordo.
Seguiamo sempre il sentiero principale indicato, un volta in cima, come Ermanno
Fossati (ne troveremo parecchie di queste indicazioni, a volte fuorvianti) che ci
porterà nei pressi dei resti del Castrum Perticae, rovine perimetrali del più
antico castello presente sul territorio finalese.
Al centro dell'antico Castrum, posta su di una collinetta, troviamo la cappelletta
di Sant'Antonino (2), risalente al X-XI secolo, la cui cripta ubicata sotto l'abside,
di architettura romanica è costruita con la rinomata pietra calcarea del Finale.
All'interno della cripta è presente una cavità naturale in cui si narra scendessero
le mogli dei marinai per pregare che i loro mariti tornassero a casa sani e salvi.
Ci dirigiamo qualche metro ancora più a sud rispetto alla chiesetta per ammirare
il panorama che da Perti si estende sino al mare, lasciando alle spalle l'Arma di
Crovi. Riprendiamo il percorso a ritroso sino alle rovine del castrum per
continuare la ricerca della Grotta dell'Edera ritornando sul sentiero dell'andata
fino ad incontrare l'indicazione "Il giro delle chiese di Perti".
Il sentiero alla nostra destra, scende attraverso delle rocce per poi farsi più
praticabile. Siamo nel bosco ma la traccia è ben visibile e in pochi minuti ci
troviamo a fiancheggiare la parete denominata "alveare" per via dei buchi
allineati e ravvicinati che la ricoprono.
Appena dopo ecco che si apre una grande cavità alla nostra destra.
Inizia ora la parte più suggestiva ed emozionante del percorso (per Vale), la più
pesante (per il camallo)! Per accedere alla grotta dell'Edera (3) è infatti
necessario affrontare una piccola arrampicata che ha inizio al buio dentro
questa cavità. Consigliamo una torcia, possibilmente frontale per avere le mani
libere di afferrare le funi.
Ci arrampichiamo per qualche metro con l'ausilio di corde che si trovano fisse
sul posto e, giunti in cima, iniziamo a scorgere la luce proveniente dal cunicolo di
accesso alla grotta.
Il foro di entrata è sufficiente per il passaggio di una persona alla volta, senza
zaino in spalla. Eccoci dunque ai piedi di una meraviglia, a cui neanche le foto
riescono a dare giustizia.
Ambiente umido circondato da edera e sormontato da alberi posti alla sommità
che, visti dal basso, danno quel tocco di immensità che il luogo merita!
Questo fascino è davvero difficile da descrivere, quanto impossibile da
immortalare in una semplice fotografia.
Questa volta eravamo da soli ma la Vale, che ci viene spesso, può giurare che
normalmente ci sono un sacco di arrampicatori che scalano le numerose tracce
sul perimetro della grotta!
Nell'uscire, facciamo moltissima attenzione perchè l'umidità presente rende le
rocce scivolose. Dalla prima sommità alla seconda, lo sbalzo è notevole.
Riprendiamo il percorso a ritroso e in poco più di mezz'ora raggiungiamo l'auto.

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In a previous tour of the Finale Ligure hinterland, we had postponed our
visit to one of the most suggestive and magical places in the area, the Grotta Dell'Edera
Grotta Dell'Edera, a paradise on earth for climbing enthusiasts.
Our walk starts on an asphalted road, after having parked the car near the church of Sant'Euse
church of Sant'Eusebio di Perti alto.
Having passed the Church of the 5 Campanili, which dominates the valley, we
asphalted road to reach a group of houses in the locality of Valle.
locality of Valle.
We pass a small deconsecrated church dedicated to San Benedetto (1),
(1), probably from the Roman era, and continue for about 500 metres to the
500 metres to the above-mentioned houses in the district of the same name.
From here we leave the tarmac road and the path becomes a dirt track and climbs uphill through a wood of holm oaks.
through a wood of holm oaks to the foot of Monte Sordo.
We always follow the main path, which, once at the top, is indicated as Ermanno
Fossati (we will find many of these indications, sometimes misleading) that will take us near the remains of the
the remains of the Castrum Perticae, perimeter ruins of the oldest castle in the Finale area.
castle in the Finale area.
In the centre of the ancient Castrum, situated on a small hill, we find the small chapel
of Sant'Antonino (2), dating back to the 10th-11th centuries, whose crypt is located under the apse,
Romanesque architecture, built with the renowned Finale limestone.
Inside the crypt there is a natural cavity into which it is said sailors' wives descended to pray.
Inside the crypt there is a natural cavity into which sailors' wives are said to have descended to pray for their husbands' safe return.
We head a few metres further south from the church to admire the panorama
church to admire the panorama that extends from Perti to the sea, leaving behind the Arma di
Crovi. We take the path back to the ruins of the castrum to continue our search for the
the ruins of the castrum to continue the search for the Grotta dell'Edera, returning on the outward
until you find the sign "The tour of the churches of Perti".
The path, on our right, descends through some rocks and then becomes more
more practicable. We are now in the woods but the track is clearly visible and in a few minutes we find ourselves
and in a few minutes we find ourselves flanking the wall called "alveare" (beehive) because of the aligned
and close together that cover it.
Just afterwards, a large cavity opens up to our right.
Now begins the most evocative and exciting part of the route (for Vale), the heaviest (for the camallo)!
the heaviest (for the camal)! In order to access the Ivy cave (3) it is in fact
a small climb that begins in the dark inside this cavity.
this cavity. We recommend a torch, possibly a head torch so that your hands are
hands free to grasp the ropes.
We climb for a few metres with the help of ropes that are fixed in place and, once at the top
and, once at the top, we begin to see the light coming from the access tunnel to the cave.
access to the cave.
The entrance hole is sufficient for one person at a time, without a backpack.
backpack on their shoulders. Here we are at the foot of a marvel, to which not even the photos can do justice.
can't do it justice.
A damp environment surrounded by ivy and topped by trees which, seen from below, give the
which, when viewed from below, give it that touch of immensity that the place deserves!
This fascination is really difficult to describe, as much as it is impossible to
impossible to immortalise in a simple photograph.
This time we were on our own but Vale, who comes here often, can swear that
there are usually a lot of climbers climbing the numerous tracks
on the perimeter of the cave!
On the way out, we are very careful because the humidity makes the rocks slippery.
slippery rocks. From the first summit to the second, the difference in height is considerable.
We take the path back and in just over half an hour we reach the car.

Routengalerie

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