h 3:00
Reisezeit
6,50 Km
Pfadlänge
520 mt
Höhenunterschied
Quest'oggi l'itinerario sarà un pochino più "strong" dei nostri soliti tour in quanto nel giro di 1 ora circa, il dislivello che andremo a percorrere toccherà i 0 - 520 mt.
Lasciamo l'auto sulla Via Aurelia, nei posteggi liberi che si possono trovare all'ingresso di levante della città.
Il punto dove inizierà il percorso è facilmente individuabile grazie alle indicazioni turistiche poste prima della strada carrabile per Solva, piccola frazione sulle alture alassine, che noi raggiungeremo a piedi tramite la storica mulattiera.
Superiamo il sottopasso ferroviario e, appena varcato l'imbocco, si apre sulla nostra destra la scalinata, a larghi gradini, che ci condurrà alla prima tappa del percorso. La pendenza che dovremo affrontare sino al giro di boa, la capiamo sin da subito. Lo zigzagare tra gli accessi di alcune villette è interrotto brevemente dalla strada asfaltata che conduce in auto a Solva e alla località Santa Croce. Attraversiamo la via in piena curva (voi non siete autorizzati a farlo) riprendendo la mulattiera che assume il nome di via Modigliani. Scarpiniamo su un manto a tratti a gradoni e a tratti su un sentiero battuto, costeggiando via via i muretti a secco che delimitano giardini e orti. Sbirciate tra i cancelli - attenti ai cani - per godere di viste sul golfo senza eguali. Diciamo attenti ai cani perchè se non ve ne accorgerete in tempo, a ficcare il naso in casa di altri, minimo guadagnerete un infarto secco dettato dal...can che abbaia non morde!
Questo tratto di mulattiera è quasi priva di pendenza, durerà poco non temete, e ricorda tantissimo il sentiero dorato che conduceva Doroty al palazzo di Smeraldo del Mago di Oz.
Sulla via percorsa sino a qui, numerose sono le piante di olivo e carrubi che si alternano a bouganville e mimose in fiore.
Eccoci giunti in una piazzetta dove si erge la chiesa del paese, che vi racconteremo in seguito. Sulla sinistra dell’edificio religioso continua la nostra Trekkinata, passando per la parte interna del borgo in via Fugassa, poeta e scrittore ligure, fino al raggiungimento della strada asfaltata. Il percorso prosegue dinanzi a noi, tagliando in pieno la montagna, sempre tra arbusti bassi e ulivi. In questo punto una palina verticale ci rincuora indicandoci la meta: il Monte Bignone.
Vediamo che proprio da qui si snodano anche altri sentieri, uno molto famoso e gettonato dai camminatori è "Il Sentiero dell'Onda", un panoramico percorso che segue la falsariga della Via Iulia Augusta ma che corre lievemente ad altezza maggiore.
Ignoriamo questa deviazione e proseguiamo per la vetta che ci siamo imposti di raggiungere attraversando un'area picnic disposta su alcuni terrazzamenti all'ombra di pini marittimi davvero imponenti.
Il paesaggio cambierà repentinamente, fino a trasformarsi quasi del tutto.
Gli alti fusti arborei lasceranno il posto ad arbusti di cisto ed erica, ed ancora cespugli di lentisco e corbezzolo quasi in fioritura.
Il gps a questo punto ci indica di percorrere la tagliata verticale che si addentra in una piccola radura.
Dati gli evidenti segni e le numerose tracce di pneumatici presenti su quel percorso, decidiamo di aggirare l'ostalo e dirigerci alla nostra sinistra - indicazione raccordo - attraversando regione Chiasso. La via dolce che si sviluppa sul crinale del monte Pisciavino, riconoscibile dalle antenne che lo sovrastano, vira bruscamente a destra per ricongiungersi al selciato ignorato in precedenza.
Proseguendo nel cammino si percorre per poco un tracciato condiviso con le MTB arrivando alla Sella del Bignone dove, a padroneggiare il bellissimo paesaggio è ahinoi un imponente pilone dell’alta tensione.
Questo punto è uno snodo importante per la viabilità sentieristica della zona; si incrociano in senso antiorario:
- un sentiero alternativo che riconduce al centro di Alassio
- un sentiero che porta alla vetta del Monte Castellaro (508 mt)
- un sentiero che porta al punto di lancio del parapendio sul Pisciavino
- un sentiero che porta, attraverso il Bric Cianastre (316 mt), a Bastia
- il continuo del nostro itinerario fino alla vetta del Monte Bignone
Quest'ultimo lo percorriamo velocemente in salita fino a raggiungere un passaggio importante che dovremo superare con l'ausilio di una corda presente in loco.
La parte rocciosa che incontreremo non è assolutamente pericolosa, ma richiede di essere attenzionata quanto basta per porre i piedi sugli speroni più solidi che possiamo trovare.
In breve, poco dopo questo passaggio, passata una colonnina votiva con una Madonnina volta ad osservare l'Isola Gallinara attraverso un pertugio tra il verde della boscaglia, siamo giunti sul Monte Bignone (da 0 a 524 mt in circa h. 1,30.
Sulla cima, ormai coperti e nascosti dalla vegetazione, vi sono i resti di alcune fortificazioni e i ruderi di una casermetta militare risalenti alla seconda guerra mondiale.
La croce posta alla sommità ci permette di scattare, finalmente aggiungiamo, una bella foto rappresentativa del nostro operato: abbiamo pensato che fosse carino creare una bandiera simbolica delle Trekkinate Liguri, che utilizzeremo ogni qualvolta conquisteremo una meta!
Poco sotto al manufatto si apre una terrazza panoramica che regala una vista stupenda: sconfinando e spaziando su tutto il Golfo Ligure di ponente, si gode la vista di Alassio e tutto l’entroterra albenganese con le sue valli pianeggianti, fino al raggiungimento dello scenario montano regalato dalle vette delle Alpi Liguri.
Giro di boa raggiunto!
Iniziamo la discesa varcando il valico alla nostra sinistra, direzione Albenga. Il versante opposto a quello percorso sino a qui è totalmente diverso sia per fondo sia per ambientazione.
Troviamo una terra brulla, rocciosa e sconnessa che, sarà dovuto anche alla carenza dell'acqua piovana che manca da tempo, risulta leggermente franoso sotto ai nostri piedi.
Percorse poche decine di metri, sulla nostra destra avvistiamo un punto panoramico di tutto rispetto; la deviazione è obbligatoria ma concessa con le dovute precauzioni per i motivi di cui sopra.
Vediamo da qui il porto di Alassio come mai lo abbiamo visto prima.
Ritorniamo sulla via del rientro e ci dirigiamo metaforicamente "oltremare" seguendo le indicazioni per Solva.
Una deviazione possibile ci potrà condurre alla chiesetta di Santa Croce, sull'omonimo promontorio tra l’altro tappa finale di un’altra nostra gita, la via Iulia Augusta, proposta in questa edizione.
Ad ogni nuovo tornante che si presenta davanti a noi, la vista della baia sottostante appare sempre diversa; Albenga sparisce lasciando spazio alla sagoma della Gallinara in controluce, il porticciolo con la sua cappelletta si adombrano sovrastati dal promontorio di Capo Mele, mentre più a ovest diventa sempre più nitida la punta del campanile della chiesa di Solva.
Passiamo dunque dalla località Fossè prima e Vignasse poi, per continuare su un tratto di strada asfaltata indicata come strada panoramica Solva-Cavia per, nei pressi di un campo coltivato, ricongiungersi alla stessa via che abbiamo percorso all'andata.
Il nome del borgo deriva dal dialetto “surva”, che significa “sopra” di cui accenni storici ci portano indietro sino al 1326. In poco meno di un quarto d'ora dall'abitato di Alassio, eccoci davanti alla piccola piazza antistante la chiesa parrocchiale di Solva intitolata alla Santissima Annunziata, che fu eretta nel 1382 e riedificata nel 1480. Al suo interno, sulla parete sinistra, vi sono interessanti affreschi del tardo medioevo raffiguranti le pene dell’inferno e i sette vizi capitali.
La leggenda narra che gli abitanti di Solva fecero erigere qui una cappella intitolata appunto alla Santissima Annunziata perché liberasse il paesino dalle vipere, di cui era infestato. Avvenne il miracolo e i rettili sparirono d'improvviso, così le donne del paese, per commemorare l'evento, in segno di ringraziamento, crearono una dolce frittella dalla particolare forma a biscia, preparata con farina, lievito, acqua tiepida, zucchero, semi di finocchio o di anice e scorza di limone, oggi annoverata tra le De.Co. alassine.
Today's itinerary will be a little 'stronger' than our usual tours, as in about 1 hour, the difference in altitude we will cover will touch 0 - 520 metres.
We leave the car on the Via Aurelia, in the free parking spaces that can be found at the eastern entrance to the city.
The point where the route begins is easily identified thanks to the tourist signs placed before the driveway to Solva, a small hamlet on the Alassio hills, which we will reach on foot along the historic mule track.
We pass the railway subway and, as soon as we cross the entrance, the stairway opens up on our right, with wide steps, which will lead us to the first stage of the route. The gradient that we will have to face up to the turning point, we understand immediately. The zigzagging between the entrances to some of the cottages is briefly interrupted by the asphalt road that leads by car to Solva and the village of Santa Croce. We cross the road at a sharp bend (you are not allowed to do this) taking up the mule track that takes the name Via Modigliani. We scarp along a partly stepped and partly beaten track, gradually skirting the dry stone walls bordering gardens and vegetable plots. Peek through the gates - watch out for dogs - to enjoy unparalleled views of the gulf. We say watch out for dogs because if you don't notice them in time, snooping around in other people's houses, the least you will get is a heart attack from the... barking dog doesn't bite!
This section of the mule track is almost uneven, will be short-lived don't worry, and is very reminiscent of the golden path that led Doroty to the Emerald Palace in the Wizard of Oz.
On the way here, numerous olive and carob trees alternate with bougainvillea and mimosas in bloom.
Here we come to a small square where the village church stands, which we will tell you about later. To the left of the religious building, we continue our Trekkinata, passing through the inner part of the village on Via Fugassa, a Ligurian poet and writer, until we reach the paved road. The route continues ahead of us, cutting right through the mountain, always among low bushes and olive trees. At this point, a vertical pole heartens us, indicating our destination: Monte Bignone.
We see that other paths wind their way from here, one very famous and popular with walkers is 'Il Sentiero dell'Onda', a scenic route that follows the lines of the Via Iulia Augusta but runs slightly higher.
We ignore this diversions and continue on to the summit, which we set out to reach by crossing a picnic area laid out on several terraces in the shade of truly imposing maritime pines.
The landscape changes abruptly, until it is almost completely transformed.
The tall tree trunks will give way to shrubs of cistus and heather, and again bushes of mastic and strawberry trees almost in bloom.
The GPS at this point tells us to take the vertical cut that enters a small clearing.
Given the obvious signs and numerous tyre tracks on that path, we decide to bypass the ostalo and head to our left - signposted junction - crossing the Chiasso region. The gentle path that runs along the ridge of Mount Pisciavino, recognisable by the antennas above it, veers abruptly to the right to rejoin the previously ignored paved road.
Continuing along the path, one briefly follows a track shared with MTBs, arriving at the Sella del Bignone, where an imposing high-tension pylon dominates the beautiful landscape.
This point is an important junction for the area's trail system; it crosses in an anti-clockwise direction:
- an alternative path that leads back to the centre of Alassio
- a path that leads to the summit of Mount Castellaro (508 m)
- a path that leads to the paragliding launching point on Pisciavino
- a path that leads through Bric Cianastre (316 m) to Bastia
- the continuation of our itinerary to the summit of Monte Bignone
We quickly ascend the latter until we reach an important passage that we will have to overcome with the aid of a rope present on site.
The rocky part that we will encounter is by no means dangerous, but requires us to be careful enough to place our feet on the most solid spurs that we can find.
Shortly after this passage, past a votive pillar with a Madonnina aimed at observing the Isola Gallinara through a gap in the green undergrowth, we have reached Monte Bignone (0 to 524 m) in about 1.30 h.
On the summit, now covered and hidden by vegetation, are the remains of some fortifications and the ruins of a military barracks dating back to the Second World War. The cross at the top allows us to take a nice photo representative of our work: we thought it would be nice to create a symbolic flag of the Trekkinate Liguri, which we will use whenever we conquer a destination!
Just below the artefact is a panoramic terrace with a wonderful view: trespassing and sweeping over the entire western Gulf of Liguria, you can enjoy the view of Alassio and the entire hinterland of Albenga with its flat valleys, until you reach the mountain scenery provided by the peaks of the Ligurian Alps.
Turn of the buoy reached!
We begin our descent by crossing the pass on our left, in the direction of Albenga. The slope opposite the one travelled so far is totally different both in terms of terrain and setting.
We find barren, rocky and uneven terrain which, perhaps due to the lack of rainwater for some time, is slightly landslide-prone beneath our feet.
After a few tens of metres, on our right we spot a respectable vantage point; the diversions is obligatory but granted with due caution for the reasons mentioned above.
From here we see the port of Alassio as we have never seen it before.
We return on the way back and metaphorically head 'overseas' following the signs for Solva.
A possible diversions may lead us to the little church of Santa Croce, on the promontory of the same name, incidentally the final stage of another of our outings, the Via Iulia Augusta, proposed in this edition.
With each new hairpin bend in front of us, the view of the bay below appears ever different; Albenga disappears, leaving room for the silhouette of Gallinara against the light, the small harbour with its small chapel is overshadowed by the promontory of Capo Mele, while further west the tip of the bell tower of the church of Solva becomes ever sharper.
We pass first through the hamlet of Fossè and then Vignasse, to continue along a stretch of asphalt road indicated as the Solva-Cavia scenic road to, near a cultivated field, rejoin the same road we travelled on the outward journey.
The name of the village derives from the dialect word 'surva', meaning 'above', whose historical references take us back as far as 1326. In just under a quarter of an hour from the town of Alassio, we come to the small square in front of the Solva parish church dedicated to the Santissima Annunziata, which was built in 1382 and rebuilt in 1480. Inside, on the left wall, there are interesting frescoes from the late Middle Ages depicting the pains of hell and the seven deadly sins.
Legend has it that the inhabitants of Solva had a chapel dedicated to the Santissima Annunziata built here to rid the village of vipers, of which it was infested. The miracle happened and the reptiles suddenly disappeared, so the women of the village, to commemorate the event, as a sign of thanks, created a sweet pancake with a peculiar snake shape, prepared with flour, yeast, warm water, sugar, fennel or aniseed seeds and lemon peel, today counted among the De.Co. of Alassio.