h 3:50
Reisezeit
12,80 Km
Pfadlänge
390 mt
Höhenunterschied
Siete pronti a lasciarvi trasportare indietro nella storia durante questa bellissima trekkinata?
Siamo sulle alture di Villanova d'Albenga, frazione Ligo. Lasciamo la macchina nel posteggio accanto alla chiesa principale di San Bernardo e ad aspettarci ci sono Orietta e Massimo, zii di Luca e Romano Tomatis, membro attivo del CAI di Albenga e profondo conoscitore della zona.
Insieme a loro c'è anche la sig.ra Emma, custode delle chiavi dell'oratorio.
Vi chiederete cosa mai possa contenere un piccolo oratorio in una altrettanto piccola frazione sul cucuzzolo della montagna? Ebbene continuate a leggere.
In Liguria le sorprese non mancano e ogni paesino ne conserva almeno una.
L'oratorio di Ligo racchiude al suo interno dei magnifici cartelami (apparati scenografici utilizzati per adornare il sepolcro), risalenti alla seconda metà del XVIII e attribuiti al pittore locale Bernardo Costa, attivo nella Liguria di Ponente tra il 1772 e 1784. Anche la chiesa di San Bernardo, adiacente, è ricca di particolari degni di nota e rilevanza storica, come la statua della Madonna risalente al 1600, vestita con abiti di seta genovese.
Proprio accanto alla chiesa comincia il nostro itinerario che subito si presenta in leggera salita, serpeggiando tra l'agglomerato delle case di una Ligo segnata dal tempo. Alcune facciate di edifici abbandonati contrastano con molte altre sapientemente recuperate e abitate da numerosi stranieri.
Passando sotto archetti e attraversando caruggetti ombrosi ci lasciamo alle spalle il paese e ci dirigiamo nella macchia mediterranea, dove su un sentiero molto ben segnato (tre pallini rossi) e pulito, teniamo la sinistra. Trascorsi quasi 10 minuti dall'avvio del gps, incontriamo la seconda delle 8 chiese del percorso, la cappella della Madonna della Neve, in pessimo stato di conservazione, ricoperta di rovi e priva di una parte di tetto. La chiesa, edificata dagli abitanti di Ligo nel 1610 circa, sorge sulle rovine di un antico castrum militare a lungo conteso tra Albenga e i Conti della Lengueglia, fedeli ai Clavesana.
Oltrepassiamo l'edificio e cominciamo a discendere la tortuosa sterrata fino a raggiungere un trivio, noi prendiamo la via centrale e il percorso ricomincia in salita. A questo punto la camminata non presenta alcuna particolarità degna di nota se non attraverso delle sporadiche aperture nella vegetazione, che permettono di godersi il panorama. Da un lato la vista si estende sull'intero golfo albenganese, dall'altro possiamo ammirare invece la vetta di Castell'Ermo sovrastato solo dal più imponente Monte Galero.
Un profumo intenso rapisce la nostra curiosità, attorno a noi molti alberi di eucalipto in fiore. Torniamo a scendere e, sempre mantenendo la nostra sinistra, tra arbusti e cespugli, ecco spuntare il tetto della seconda chiesetta, Santa Lucia, sconsacrata e in stato di abbandono. Al suo interno qualche residuo di affreschi e una croce in legno ricavata da alcune assi, sono gli ultimi resti di ciò che un tempo era meta di pellegrinaggio per gli abitanti di Casanova Lerrone.
Proseguiamo spediti sino ad un ingannevole quadrivio posto alla sommità di una colletta. Attraversato un castagneto, il panorama si tinge di viola. Si tratta della colorazione di alcune rocce calcaree tipiche della zona. In lontananza ecco spuntare le prime case di Marmoreo, frazione di Casanova Lerrone.
Effettuiamo una brusca inversione a U prendendo il primo sterrato sulla destra, lo riconosciamo per gli evidenti segni lasciati dagli pneumatici di alcune moto. Da qui non dobbiamo più svoltare e proseguiamo dritti sul fianco nord della montagna. Poco dopo scolliniamo ed in breve incrociamo un antico muretto di contenimento ed un essiccatoio per castagne. Siamo nella località Poggio di Marmoreo a circa 400 mt slm. In questa zona si narra che in tempi antichi, più o menoa fine '800, si potevano scorgere e riconoscere nella vallata, ben 36 campanili di altrettante località, tra frazioni e comuni.
Incontriamo Rosanna, simpaticissima titolare dell'Agriturismo Cascina Il Poggio dove ci apprestiamo a pranzare. Rosanna gestisce con la sua famiglia questo splendido locale in pietra, tipico edificio rurale, un vero e proprio luogo magico che trasmette serenità e positività. Dal lontano 1988, ci racconta, si impegnano a mantenere pulito il sentiero che collega il poggio al bric soprastante.
Il cascinale diffuso offre, oltre la ristorazione e il pernottamento, anche la possibilità di visitare un antico "gumbo" (frantoio) per la frangitura delle olive ed anche il piccolo museo di "Zita dei Fiori”. Si tratta di una esposizione di oggetti e fotogrammi del passato che ricordano le tradizioni locali.
Un'occasione più unica che rara per rivivere attimi di quotidianità del tempo passato, incentrati sull'unico sostentamento derivante dalla terra e dei suoi prodotti.
Con la pancia piena ritorniamo sul lastricato che scende a lato delle case e degli orti fino ad incrociare la chiesetta di San Pantaleone prima, l'oratorio e la parrocchia di Marmoreo poi. Quest'ultima intitolata ai Santi Pietro e Paolo, nel 2016 ha compiuto i suoi primi 500 anni! Percorriamo asfalto fino al prossimo waypoint previsto, segnale di svolta per riprendere lo sterrato dove troviamo la piccola chiesetta intitolata anch'essa alla Madonna Della Neve, sita nei pressi di una azienda agricola dove a colpirci in particolar modo troviamo un bellissimo trattore degli anni '90 tenuto con estrema cura. Ora l'ultimo strappo in salita lo compiamo attraversando nuovamente il bosco ricco di arbusti tipici della macchia mediterranea.
Lo percorriamo per poco più di un chilometro fino a trovarci davanti all'ultimo importante bivio della giornata. Le vie che ci possono portare al termine del percorso sono due: noi scegliamo di percorrere quella di sinistra ed aggirare l'ultima chiesa del nostro itinerario, ovvero San Bernardo di Marmoreo, menzionata più volte anche nel programma ideato da Antonio Ricci, Striscia La Notizia.Come ogni anno dal 2001 a questa parte, l’associazione culturale “Fischia il vento” organizza la giornata della “Festa della Repubblica e della Costituzione in ricordo dei valori della Resistenza”. Anche per questo motivo, a dominare l'altura del colle retrostante alla chiesa, troviamo la stele conosciuta col nome di "Sentinella della Pace". Essa fu realizzata nel 1993 dallo scultore tedesco Rainer Kriester, di cui vi abbiamo parlato nell'itinerario svolto nel comune di Vendone, facendo visita al parco museale a lui dedicato.
L'opera fu inaugurata il 27 aprile 2003 in memoria del partigiano Felice Cascione e dedicata alla pace e alla resistenza ligure.
Ci godiamo il panorama a 360° e ritorniamo a Ligo percorrendo a ritroso lo stesso sentiero.