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h 3:30

Reisezeit

11,00 Km

Pfadlänge

370 mt

Höhenunterschied

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Albissola, come gran parte dei paesi litoranei, offre ben pochi parcheggi comodi per poter lasciare l'auto in sosta per molte ore. Optiamo per lasciare la macchina presso il parcheggio della stazione ferroviaria. Per evitare la più trafficata Via Mazzini, percorriamo Via S. Pietro, proprio nei pressi della omonima chiesa. Proseguiamo dritti fino a raggiungere la via Aurelia, che attraversiamo in direzione mare. Passiamo davanti alla chiesa di Stella Maris e vediamo una curiosa esposizione di animali di ceramica, tipica del luogo, chiamata "Il Giardino del Poeta". Sicuramente merita una visita, ma non possiamo concederci deviazioni proprio appena partiti, anche se la Vale è già partita per la tangente..
La distraggo con solite battute e proseguiamo sulla passeggiata a mare di Albisola Capo, direzione Albissola Marina.
Attraversiamo il ponte sul fiume Sansobbia, in secca, e ci ritroviamo sulla famosissima Passeggiata degli Artisti, conosciuta per essere un tripudio di opere dei ceramisti locali, tra cui si annoverano molti mosaici. Aiutati dal mio immancabile GPS, giungiamo su Viale della Rimembranza, che percorriamo sino a monte, fino a giungere ai piedi di una scalinata. Ora un susseguirsi di tornanti ci portano a percorrere tutte strade intitolate a scrittori e poeti italiani, quali De Amicis, Pirandello, Petrarca, fino a portarci su via D'Annunzio, oltrepassando tre scalinate infinite. Eccoci finalmente davanti a Casa Museo Jorn, oggetto di visita.
La casa, attualmente di proprietà del comune di Albisola, fu acquistata nel 1957 dall'artista danese Asger Jorn. Insieme all'amico di una vita Umberto (Berto) Gambetta, abile e fantasioso operaio albisolese, Jorn fece di casa sua una vera e propria opera d'arte, personalizzando con il suo estro artistico ogni angolo della proprietà. Oggi è visitabile come un vero e proprio museo a cielo aperto.
Come loro, anche Valentina ed io siamo amici da una vita e nonostante non si creino opere d'arte ci piace pensare che questa che state sfogliando sia un nostro lascito. Il nostro tour all'interno di casa, studio e giardino ci occupa un'ora buona di tempo.
Usciamo e ci dirigiamo verso via Nomaxio e via Novaro, circondati dal profumo di glicini in fiore. Peccato per la presenza dell'autostrada.
Imbocchiamo sulla destra via Turiggia che seguiamo per un paio di curve. Raggiungiamo l'apice della strada che è delimitata da una catena metallica. Da qui comincia il sentiero vero e proprio, inizialmente su fondo misto, in seguito su fondo naturale. Non troviamo alcun segnavia vero e proprio, ma fortunatamente non esistono deviazioni importanti, e il tracciato si sviluppa nel folto della macchia mediterranea. Dopo circa 1 Km di sentiero nel bosco, troviamo l'unico bivio degno di nota, dove svoltiamo a destra, in salita. Il sentiero termina su Via Ranco, una stradina asfaltata che sale sulle alture. Ci dirigiamo a sinistra in discesa, per poi proseguire in salita a destra, alle pendici del Monte Pasasco. Qui il panorama si sposta dal golfo albissolese a quello savonese. Proseguiamo dritti in salita su Via Ranco (evitiamo una diramazione a destra, il campanello Trail e una a sinistra verso pian del Bue). Proseguiamo ancora in salita, di nuovo su asfalto (troppo per i nostri gusti su questo percorso) per un breve tratto, ignoriamo una sterrata a destra e proseguiamo diritti su un falsopiano.
Continuiamo a destra sullo sterrato che risale gradualmente di quota tra la macchia mediterranea e il bosco misto. Tra alcuni saliscendi che si aprono attraversando la vegetazione, arriviamo al Bric della Beata (389 m).
Continuiamo sul crinale raggiungendo ben presto la vetta. Dalla sommità perdiamo quota rapidamente, lungo un tracciato abbastanza evidente tra gli arbusti.
Superiamo quindi Bric della Seia (293 m), e continuiamo a scendere sul crinale di questa zona collinare per un lungo tratto, fino ad arrivare a un grosso traliccio: qui svoltiamo a destra, e proseguiamo su una traccia evidente di sentiero tra il bosco e il canneto. Giungiamo in prossimità di una casa diroccata, e svoltiamo a sinistra, sul sentiero che costeggia Rio Grana, un affluente del Rio Sansobbia.
Da qui, immerso nel bosco e chissà come, vediamo spuntare il Faro Azzurro, una pagoda dal colore acceso, che domina la vallata.
Proseguiamo il cammino lungo un sentiero di campagna che affianca alcuni orti imbocchiamo per l'ennesima volta l'asfaltata, in questo caso Via delle Industrie, parte finale del nostro itinerario.
Attraversiamo ora il ponte intitolato a Sandro Pertini che ci riporta ad Albisola Superiore.
Arrivati sulla provinciale, seguiamo le indicazioni per la stazione, recuperando così la nostra auto.

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Albissola, like most coastal towns, offers very few convenient car parks where you can leave your car parked for many hours. We opt to leave the car at the railway station car park. To avoid the busier Via Mazzini, we drive along Via S. Pietro, right near the church of the same name. We continue straight on until we reach Via Aurelia, which we cross in the direction of the sea. We pass in front of the Stella Maris church and see a curious display of ceramic animals, typical of the area, called 'Il Giardino del Poeta' (The Poet's Garden). Definitely worth a visit, but we can't allow ourselves any detours just as we set off, even though the Vale has already gone off on a tangent.
I distract her with the usual jokes and we continue along the seafront promenade at Albisola Capo, towards Albissola Marina.
We cross the bridge over the dry Sansobbia river and find ourselves on the famous Passeggiata degli Artisti, known for being a riot of works by local ceramists, including many mosaics. Aided by my ever-present GPS, we arrive on Viale della Rimembranza, which we walk uphill until we reach the foot of a flight of steps. Now a succession of hairpin bends take us along streets named after Italian writers and poets, such as De Amicis, Pirandello, Petrarca, until we reach Via D'Annunzio, passing three endless flights of steps. Here we are finally in front of Casa Museo Jorn, the object of our visit.
The house, currently owned by the municipality of Albisola, was bought in 1957 by the Danish artist Asger Jorn. Together with his lifelong friend Umberto (Berto) Gambetta, a skilled and imaginative Albisola worker, Jorn turned his house into a true work of art, personalising every corner of the property with his artistic flair. Today it can be visited as a true open-air museum.
Like them, Valentina and I are also lifelong friends and although we do not create works of art, we like to think that this one you are browsing through is our legacy. Our tour inside the house, studio and garden takes us a good hour.
We leave and head towards Via Nomaxio and Via Novaro, surrounded by the scent of wisteria in bloom. Pity about the presence of the motorway.
We take via Turiggia on the right, which we follow for a couple of bends. We reach the top of the road, which is bordered by a metal chain. This is where the actual path begins, initially on mixed ground, then on natural ground. We do not find any real signposts, but fortunately there are no major detours, and the trail runs through the thick Mediterranean scrub. After about 1 km of woodland path, we find the only junction worth mentioning, where we turn right, uphill. The path ends on Via Ranco, a small asphalted road that climbs to the heights. We head downhill to the left and then uphill to the right, to the slopes of Monte Pasasco. Here the panorama shifts from the Gulf of Albissola to the Gulf of Savona. We continue straight uphill on Via Ranco (we avoid a branch-off to the right, the Trail bell and one to the left towards Pian del Bue). We continue uphill again, again on asphalt (too much for our liking on this route) for a short distance, ignore a dirt track to the right and continue straight on a falsopiano.
We continue to the right on the dirt track that gradually rises in altitude between Mediterranean scrub and mixed woodland. After a few ups and downs through the vegetation, we arrive at the Bric della Beata (389 m).
We continue along the ridge, soon reaching the summit. From the summit, we quickly lose altitude along a fairly evident track through the shrubs.
We then pass Bric della Seia (293 m), and continue down the ridge of this hilly area for a long stretch, until we come to a large pylon: here we turn right, and continue along an evident track through the woods and reeds. We come close to a ruined house, and turn left onto the path that runs alongside Rio Grana, a tributary of Rio Sansobbia.
From here, immersed in the woods and who knows how, we see the Faro Azzurro (Blue Lighthouse), a brightly-coloured pagoda, dominating the valley.
We continue our walk along a country path that runs alongside a few vegetable gardens and take the tarmac road for the umpteenth time, in this case Via delle Industrie, the final part of our itinerary.
We now cross the bridge named after Sandro Pertini, which takes us back to Albisola Superiore.
When we reach the provincial road, we follow the signs for the station, recovering our car.

Routengalerie

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