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h 2:00

Reisezeit

6,00 Km

Pfadlänge

250 mt

Höhenunterschied

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Dopo aver speso un intero numero su Finale Outdoor Region, ritorniamo nel finalese a testimoniare quanto la nostra Liguria sia piena di sorprese e quanto sia bene non lasciare nulla al caso, nemmeno in zone da noi super battute perché davvero a un "tiro di schioppo" da casa.
La zona che andremo ad esplorare in questo articolo è quella del rione di Pia, nell'estrema parte orientale del comune di Finale Ligure, che si estende sino alla frazione Verzi e a parte dell'altopiano delle Manie.
La partenza avviene presso piazza Abbazia dove possiamo lasciare l'auto.
Fin da subito la parrocchiale dedicata a Nostra Signora Assunta e San Giacomo rapisce la nostra attenzione e un po' si riallaccia al nostro percorso precedente avvenuto sulle alture di Celle Ligure, ma andiamo per step.
Superiamo il sagrato della chiesa e l'erboristeria Benedettina alla nostra sinistra e proseguiamo diritti su via Asilo dove calpestiamo un pregevole acciottolato incastonato in un suggestivo carruggio. Un grande palazzo sulla destra è sede del Corpo Bandistico Parrocchiale Maria Pia, in attività dal 1923. Percorrendo la via e superato l'edificio, raggiungiamo un bivio, prendiamo la nostra sinistra su salita Manin fino ad incrociare la provinciale diretta a Voze, e dopo soli 50 metri, incontriamo l'inizio del sentiero vero e proprio.
Tracciato su mappa con il nome di "La Briga Nuova", un cartello posto all'inizio del sentiero lo indica "come sentiero Paolo Faraboschi", membro attivo del CAI deceduto nel 2021. Come in altre parti del finalese, non aspettatevi di trovare un granchè come segnaletica, ma la via è pressochè sempre unica e non sarà per nulla difficile seguirne le tracce, fate solo attenzione alla presenza dei bikers che in queste zone sono molto attivi e che spesso condividono i sentieri con gli hikers, cioè noi. Con una frequente alternanza tra fondo battuto e fondo lastricato, ci addentriamo in un bosco misto di macchia e di uliveti, con un gran numero di terrazzamenti che fiancheggiano un costone roccioso.
La presenza rurale dell'uomo che ha colonizzato questa zona è una costante molto attuale, molti infatti sono ancora gli appezzamenti coltivi oltre agli uliveti; la campagna da queste parti è ancora una buona fonte di sussistenza.
Superati un paio di casolari semi abbandonati e puntellati a dovere, intravediamo un fondo di terra rossa spuntare dalle rocce bianche che principalmente caratterizzano la conformazione territoriale del finalese. Ignorando un innesto sulla sinistra denominato Salita Balilla, ci dirigiamo verso un breve tratto in salita su asfalto, ora vico Riparo. Nei pressi di una curva a gomito ci ri-addentriamo nel bosco e seguiamo per un lungo tratto una recinzione metallica che delimita alcune proprietà private; da qui cominciamo ad avere una visuale aperta sul promontorio della Caprazoppa e sulla frazione di Calvisio, dove svetta la chiesa di San Cipriano con il suo campanile in perfetto stile romanico.
Sono trascorsi più o meno 3,5 km dall'inizio dell'itinerario e ci apprestiamo ad entrare nel piccolo nucleo abitativo di Verzi di Finale, nei pressi della sua ancor più piccola area cimiteriale. La frazione è situata a mezzacosta sul versante sinistro del torrente Sciusa, e molteplici sono gli scorci suggestivi che possono donare ispirazione per scattare delle belle fotografie, il borgo, infatti, è caratterizzato da numerosi edifici in pietra accostati uno all'altro, con stretti passaggi e angolini "instagrammabili". Immancabile la visita alla chiesa di San Gennaro da dove si può godere di un ottimo panorama sulla Rocca di Corno che sorge poco oltre.
Attraversiamo l'abitato incalzando una via parallela alla carrabile che ci permetterà poi di raggiungere l'inizio della Via Iulia Augusta (che vi abbiamo già raccontato) sulla quale è possibile scorgere, tra gli alberi, un imponente sperone roccioso. Questa formazione naturale, se guardata da una certa prospettivaassume le sembianze di un profilo umano. Si tratta del Menhir di Verzi, riconducibile nella tradizione popolare, quale omaggio al Dio Pen, antica divinità celtica legata alle prime popolazioni di Liguri. Proseguiamo dunque in direzione Val Ponci per pochi metri, per prendere il primo bivio sulla destra, a parziale completamento di un piccolo anello che ci riporterà all’incrocio del cimitero dove dobbiamo ignorare la via dell'andata per proseguire sulla nostra sinistra, lungo la strada sterrata in salita. Come dicevamo all'inizio, non c'è molta segnaletica, quindi prestate attenzione al nostro tracciato GPX.
Dopo circa 200 metri incontriamo un bivio nei pressi del quale abbandoniamo la sterrata presa poco prima svoltando a destra e ci orientiamo verso Sud. Percorsi appena 300 metri di sentiero troviamo un altro bivio che, molto semplicemente volgendo lo sguardo all'orizzonte, ci direziona verso destra. Tutto il tracciato in salita è caratterizzato da una sassaia grossolana che ci impegna un pelino più del previsto ma certamente non significativo per la difficoltà del percorso, che rimane sempre una piacevole passeggiata.
Inizia ora il pezzo più panoramico per gli amanti delle trekkinate vista mare: una lunga discesa immersa negli uliveti da cui spiccano il volo graziosi pettirossi che ci accompagnano al raggiungimento di località “Monte” delle Manie. Proprio lungo questo tratto ci fermiamo a contemplare tutta la magnifica vallata di Finalpia e la costa fino alla Torretta Colombera che domina il promontorio della Caprazoppa.
Da qui a poco raggiungiamo la piccola chiesetta di Sant’Antonio, altro punto panoramico che ci permette la vista su Varigotti e Punta Crena.
La sua torre campanaria a forma triangolare è una delle poche presenti in tutta la nostra regione. Riempita la borraccia alla fontanella posta davanti al sagrato, ci lasciamo alle spalle la chiesa evitando di imboccare la provinciale e proseguendo su di una stradina asfaltata alla nostra sinistra, riportante l'indicazione per Finalpia.
Lungo questo ultimo tratto di discesa abbastanza sconnesso incontriamo un'edicola eretta alla Madonnina protettrice di Finalpia, sotto la quale una lapide incisa recita: ”Sorridi dal Monte o bella Maria e placa le onde ai figli di Pia”, siamo quasi arrivati! Un'ultima stretta curva su acciottolato ci riporta nuovamente sulla SP45, che attraverseremo, imboccando la stessa via dalla quale il nostro percorso di oggi è iniziato.

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Routengalerie

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