Zanego, Tellaro e Pian Della Chiesa
Zanego - Tellaro
Parliamo in questo articolo di un piacevolissimo sentiero che da località Zanego porta sino a Tèllaro. La partenza avviene dal parcheggio sito in località Figarole dove comincia subito una mulattiera che ci permette di evitare la strada provinciale, che per quanto abbiamo visto, è comunque poco frequentata.
In men che non si dica giungiamo ad un altarino posto in prossimità di una curva, dedicato a Maria Vergine. Proprio di fronte ad esso ecco le indicazioni per percorrere buona parte del nostro itinerario attraverso il sentiero n. 433.
Adiacente al cartello troviamo un signore intento a sfamare delle particolari pecore da cui Valentina è subito attratta e così inizia a chiaccherare con lui.
Sebbene affabile ci rivela che non gradisce la presenza di "turisti" come noi.
Il suo nome è William Ferretti, molto conosciuto in zona (scopriamo poi) per come conduce la sua vita, il più semplicemente possibile. Il non gradire estranei in zona deriva dalla paura che la mancanza di rispetto della natura e delle bellezze storiche qui presenti da parte di turisti incivili, possa alterare l'equilibrio dell'ecosistema a cui è tanto legato. Ci spiega che il suo intento è vivere il più possibile in regime di autosussistenza. E' famoso anche per aver incrociato le pecore che avevano incuriosito Vale, le migliori della zona, ci conferma! Siamo felici che ci siano ancora persone così innamorate della natura e comprendiamo il senso delle sue raccomandazioni quando gli diciamo che scriveremo di questi posti: "non raccontatene troppo bene", ci ammonisce!
Prima di salutarci però ci raccomanda anche: "seguitemi su Facebook"!
Subito dopo imbocchiamo il sentiero che si presenta in gran parte costituito da un lastricato di sassi risalenti alle antiche mulattiere romane che purtroppo sono state divelte dalle frane, dall'acqua e per mano dell'uomo.
L'itinerario è comunque molto piacevole e altamente panoramico, si sviluppa per la maggior parte del tempo lungo il Sentiero delle Parole, lungo le vie tracciate dai liguri circa 8.000 anni fa. Questo sentiero è percorribile a suon di tracce vocali che lo completano come una “quarta dimensione”, quella del tempo, cioè del racconto. Basta indossare cuffiette o auricolari e iniziare a camminare, alla scoperta delle poesie, opere e artisti che amarono questi posti. Il sito web guida è http://sentierodelleparole.com/ dove poter reperire le tracce sonore che evocano presenze quali: Pasolini, Ottieri, Montale, Duras, Bompiani, Eco e Fortini.
Un Progetto unico al mondo che consente non solo ai visitatori ma anche agli abitanti di questi luoghi, e soprattutto alle giovani generazioni, di conoscere e comprendere meglio la storia di un territorio straordinario.
Arriviamo quindi a Tèllaro, nome che deriva molto probabilmente da Tela o Telaio per i commerci fiorenti di tele e stoffe con la vicina Lucca ma può anche derivare dall'etrusco o paleoligure Tùlar che significa confine del villaggio o fine del villaggio, come lo descrive Mario Soldati parlando del borgo. Censito tra i Borghi più Belli d’Italia, Tellaro è un piccolo borgo marinaro arroccato su di una scogliera, nato all'incirca nel 1300. Nei villaggi vicini si diffuse un’epidemia di peste, e i sopravvissuti si stabilirono qui, in quest’angolo del Golfo dei Poeti, per ricostruire la loro vita. Successivamente, il borgo servì a controllare gli invasori che arrivavano dal mare: ancora oggi si possono infatti ammirare le mura che circondano le case, e due delle tre torri d’avvistamento costruite per lo scopo (una si trova all’interno dell’Oratorio di Santa Maria, l’altra è oggi il campanile della chiesa di San Giorgio). Tra le viuzze del borgo troviamo l'alimentari di Marina, che ci prepara due deliziosi panini con il pesto, il nostro pranzo, che andremo a consumare nel piccolo terrazzino delle agavi, ricavato proprio al di sotto dell'Oratorio in Selàa, primo centro di culto del paese. appartenente alla confraternita dei Battuti di Santa Maria. Caratteristico il piccolo porticciolo che abbraccia il golfo sovrastato da una Sottoripa in miniatura. Girovaghiamo per il paese e cominciamo a risalire il sentiero più a ponente rispetto a quello dell'andata, seguendo l'indicazione per Portensone dove compiremo un anelletto panoramico (ma superfluo) che si andrà ad allacciare al sentiero percorso all'andata riportandoci praticamente "a casa di William" che a questo giro non incontriamo. E' proprio da casa sua che si snoda il sentiero che ci porta sulle alture di Zanego per raggiungere il nostro secondo punto di interesse della giornata: l'azienda agricola Pian Della Chiesa.Immersa nel verde, circondata dal folto bosco e adagiata su una piana enorme davvero inaspettata, Pian della Chiesa sorge su una dolina carsica di Montemarcello, nascosta e abbarbicata all’interno della località Zanego. La storia di questa bellissima realtà inizia nel 2008 quando Ottavio Muzi-Falconi, fino a quel momento operatore finanziario per un importante gruppo internazionale, decide di cambiar vita e di avvicinarsi alla madre, residente a Montemarcello.
Con la liquidazione, acquisisce dalla curia (di qui Pian della Chiesa) questi 8 ettari di terreno nell’unica ampia piana di Montemarcello e vi si trasferisce con la moglie Margot.
Tutto ha inizio con la ristrutturazione dei vari rustici oltre alla ricostruzione e il recupero degli storici muretti a secco di un tempo, riportando alla luce un antico paesaggio agricolo fino a quel momento coperto da rovi.
Terminati i primi lavori il territorio viene messo a reddito con l’inizio di un’attività di accoglienza turistica, con l’affitto degli stabili finemente ristrutturati e valorizzati, in un progetto che vede coinvolti nei lavori agricoli anche gli ospiti che ne mostrano l’interesse, in un sistema turistico di relax, contatto con la natura e di riappropriazione di tempi e ritmi più naturali; senza però lesinare sul comfort e la comodità.
Il primo vigneto messo a dimora nel 2010, viene inizialmente piantato per un’esigenza estetico-paesaggistica, allo scopo di abbellire la piana, caratterizzandola e arricchendone il paesaggio.
Ottavio però si rimbocca le maniche e si lancia, senza alcuna esperienza pregressa, nella produzione di uva e di vino. Inizialmente viene seguito e consigliato da Andrea Marcesini dell’azienda Agricola La Felce, nei Colli di Luni, dal quale si appoggiava anche per la vinificazione delle uve. Oggi invece tutto il processo, dall’uva alla bottiglia viene svolto a Pian della Chiesa nella nuova cantina in parte interrata, sotto la consulenza enologica di Giorgio Baccigalupi.
Qui, ci spiega, non c’è spazio per l’uva a bacca bianca, si coltivano solo uve rosse dalle quali si ottiene anche un vino rosato.
Le uve coltivate sono Syrah, Merlot, Massaretta e Cabernet Franc, quest’ultimo è stato recentemente impiantato e la prima vendemmia è stata effettuata nel 2018, ma il vino non è ancora uscito sul mercato. La scelta di coltivare queste varietà, in un territorio storicamente famoso per le uve bianche, nasce principalmente dal tipo di terreno: un’argilla molto compatta per circa 4 metri di profondità, adagiata su rocce carsiche molto porose; un terreno da vini rossi di struttura.
Le idee sono molto chiare, Ottavio mira a produrre il miglior rosso della zona, un “Super Ligurian” di carattere, potenza e longevità.
Tutti i vigneti sono attualmente convertiti in biologici percui si cerca di limitare il più possibile i trattamenti di rame e zolfo. Allo scopo di mantenere in salute il terreno si lavora con sovesci e operazioni meccaniche di dissodamento.
Tutte le uve vengono vinificate separatamente, allo scopo di rispettare al meglio le diverse maturazioni a seconda della varietà, e fermentate grazie ai soli lieviti indigeni, in acciaio, a temperatura controllata, inizialmente più bassa per favorire l’estrazione degli aromi e poi più alta per favorire il rilascio di tannini e antociani. Dopodiché i vini svolgono tutti la fermentazione malolattica, sempre in acciaio, a temperatura controllata. Seguiranno poi 6 mesi di affinamento in bottiglia. Tutti i vini sono imbottigliati senza solfiti aggiunti.
Route in Zahlen
h 2:45
Reisezeit
6,50 Km
Pfadlänge
350 mt
Höhenunterschied